LA CHIESA DI SANT'AGOSTINO

E' la più antica Chiesa di Rocca d'Arce, secondo un documento del sec. XIV. Essa fu innalzata vicino a un convento di Monaci Benedettini, in un luogo dove in precedenza sorgeva una torre difensiva o di avvistamento. La tessitura muraria della semplice ma armonica facciata, con spigoli rinforzati, è costituita da filari abbastanza regolari di blocchetti a faccia vista; la porta centrale è riquadrata in pietra ed è sormontata da una semilunetta. Nella fascia a timpano è inserita una finestrella circolare. L'interno presenta due nicchie laterali, con il prospetto delimitato da archi romanici a tutto sesto, mentre sul fondo altre due nicchie presentano l'arco a sesto acuto (cioè in stile gotico). Nelle nicchie vi sono statue di Santi. Nella Chiesa si possono inoltre osservare un affresco, che raffigura la Madonna Addolorata con S. Antonio Abate e un altro affresco, con l'immagine della Madonna della Seggiola. Allo stato attuale delle conoscenze, il più antico documento è l'atto di concessione di questo luogo di culto a Riccardo Bartolomei, da parte della regina Giovanna I (1343). In una tomba della Chiesa fu sepolto Isidoro Vasquez, che morì nel 1453 in Rocca d'Arce, ed era cavaliere di Alfonso I d'Aragona, castellano e governatore di Arce e Rocca d'Arce. In un altra tomba fu sepolto un altro castellano, il capitano Bartolomeo y Alarcon, che morì nel 1533. Sant'Agostino si festeggia ogni 28 agosto. Riportiamo alcune notizie da parte dell'allora responsabile P. Antonio CANNAVACCIUOLO "La Chiesa di S. ANTONIO della Parrocchia di Rocca d'Arce, confinante col Comune di Arce, risale all'anno 1000. Era la vecchia parrocchia dei castellani di Rocca d'Arce, denominata "Santa Maria dello Stingone, titolo che viene dato alla vecchia strada che dalla Chiesa porta ad Arce e di lì a Rocca d'Arce, titolo che conserva ancora la strada che dalla provinciale per Santopadre porta in paese, anch'essa denominata "Via dello Stingone". Era la Chiesa dei Castellani. Infatti, sul sagrato della Chiesa c'è ancora la traccia di un portico, e, appena uscito dalla Chiesa, nel pianerottolo che immette sulla piazzetta attraverso una scalinata, sotto vi sono tre camere dove venivano sepolte le salme, ed ancora oggi, vi sono le ossa accumulate; la porta di una delle camere è chiusa in muratura; in una parte separata di essa vi sono le tombe riservate ai superiori del castello. Si dice che la Chiesa fu bruciata dai francesi e che da allora non fu più ricostruita. Dopo la guerra 1915-18, i cittadini di Rocca d'Arce, col concorso degli abitanti del Borgo Murata di Arce, raccolsero del danaro e ricoprirono la Chiesa, togliendo da essa tutte le macerie ed evitando che si continuasse a usarla come stalla o deposito di legna da ardere e fu nel 1928, nel mese di marzo che, sette persone del Borgo si riunirono, e in proprie spese pensarono a pavimentare la Chiesa e alla costruzione del soffitto. Il 12 agosto 1928 fu consegnata a P. Antonio Cannavacciuolo, e il 18 dello stesso mese, Monsignor D. Antonio Camilli, Parroco di Rocca d'Arce la benedì solennemente e fu così riaperta al pubblico. Mancava tutto, nella cappella centrale, fu fatta una saletta come mensa d'altare, cosicché P. Antonio dovette recarsi a Napoli, dove, con una sommetta raccolta e con cinquecento lire sue, comprò pianete, camice, calice, candeliere e quant'altro era necessario per il culto. Poiché la Chiesa era spoglia di tutto, alcuni devoti fecero dei piccoli altarini in legno con dei quadri di Santi, e così si vide qualche cosa di nuovo. Il Sig. Cacciarella Antonio, a proprie spese regalò la Madonna della Pietà, statua costruita a Lecce; poi il Sig. Gianfermo Amato fece costruire l'altare di S. Antonio a proprie spese, e così pure la Sig.ra Mattei Maria quella di S. Tommaso d'Aquino. Mollicone Bernardo regalò un altare in legno e il Signor Quattrucci Amadeo, l'altare in legno con la statua di S. Giuseppe e i candelieri. La sig.ra Greco Anna regalò la statua della Madonna di Loreto e nel 1931, Gabriele Malafronte, paesano e compare di P. Antonio, regalò due artistici altari in legno, con la Pala d'altare dove in uno il c'è trittico di S. Francesco d'Assisi e all'altro l'apoteosi di S. Francesco di Paola. Oltre la messa del mattino, tutte le sere c'era la funzione pomeridiana con la benedizione del SS.mo Sacramento. Il mese di maggio, predicato per oltre dodici anni da P. Antonio, interrotto con la pausa della guerra, fu ripreso del 1946 e vige tuttora, così per il mese di giugno e di ottobre; il mese di novembre ha avuto luogo, con la meditazione, esempio, preghiera, ossequie, fioretto, recita del rosario e benedizione eucaristica fino al 1960, poi è stata tolta. La festa di S. Agostino e la Madonna della Pietà, ha avuto il suo svolgimento, con luminarie, fuochi artificiali e le migliori bande nazionali, fino al 1942, poi si smise a causa della guerra. Dal 1947 fu ripresa la cara festività, ma venne sospesa per cinque o sei anni, ora si è di nuovo ripresa. La Sacrestia con due camere superiori, durante la guerra fu ridotta in cattivissime condizioni dai tedeschi che l'occuparono per lo smercio di carne per il fronte di Cassino e poi ridotta in uno stato desolante anche dal fatto che il fronte passò proprio per Arce e ancora fino a pochi anni fa nella Chiesa si potevano vedere i segni lasciati dalle pallottole delle mitragliatrici.